Il Consiglio dei ministri del 26 marzo 2024 ha approvato l’introduzione dei test psicoattitudinali per l’ingresso in magistratura.
Il Guardasigilli Nordio ha precisato che tale decisione non dovrebbe suscitare alcuna polemica, poiché i test sono previsti per tutte le funzioni più importanti del Paese, forze dell’ordine comprese, con cui i magistrati si confrontano quotidianamente. Questa la riflessione del Ministro: “Il pubblico ministero è il capo della polizia giudiziaria che è sottoposta al test. Se sottoponiamo ai test chi obbedisce al comandante, è possibile non sottoporre a test chi ha la direzione della polizia giudiziaria?”
Saranno docenti universitari in materie psicologiche, nominati dal CSM (su indicazione del Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell’università), a formare la commissione giudicante per la valutazione dei risultati dei test.
I candidati dovranno sostenere i test psicoattitudinali dopo la prova orale.
Tale novità si applicherà ai bandi pubblicati a partire dal 2026 e non riguarderà i concorsi già banditi, che proseguiranno con le regole attuali.
L’iniziativa ha suscitato l’immediata protesta dell’ANM che ha criticato duramente questa invasione di campo del Governo e aggiunto che tale demagogico provvedimento induce a pensare che gli attuali meccanismi di selezione dei magistrati non diano sufficienti garanzie nella valutazione dell’equilibrio psichico degli stessi. L’ANM ha evidenziato come l’equilibrio di ogni magistrato si misura sul campo, nella modalità di conduzione delle udienze, nella capacità di confrontarsi con i colleghi, con la polizia giudiziaria, con il personale amministrativo, con gli avvocati. Ricorda ancora l’ANM che i magistrati svolgono anche un periodo di tirocinio prima di assumere le funzioni, esistono quindi, all’interno, già tutti i meccanismi per valutare l’idoneità alla professione.
Risulta inoltre approvato il passaggio da tre consegne a quattro per provare il concorso in magistratura.
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