Durante il question time della Camera dell’8 novembre il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiarito che l’attuale governo ha come priorità quella di risolvere il problema della lentezza del processo penale.
La durata totale di un processo penale nel 2022, come riferito in aula dal deputato Pino Bicchielli, è stata stimata intorno ai quattro anni e mezzo che, in alcuni fori soprattutto del Mezzogiorno, arriva anche a superare i sei anni.
Sempre secondo il deputato Pino Bicchielli il cittadino rischia di subire un processo interminabile a causa di un utilizzo semplicistico delle proroghe dei tempi delle indagini e delle lungaggini derivanti da eventuali incompetenze territoriali, per il quale esiste ora il rinvio pregiudiziale in Cassazione previsto dalla riforma Cartabia.
Nordio che condivide il detto “giustizia ritardata, giustizia negata“ sul punto sostiene che “è vero però che la riforma mirava e mira a evitare che certi processi nascano malati per incompetenza e vengano poi travolti da una sentenza di incompetenza che li fa ripartire da capo. Quindi si tratta di una specie di giudizio preventivo che effettivamente rischia, nella fase preliminare, di allungare i processi, ma che nel complesso potrebbe ridurne la durata”. Sarà necessario sotto questo profilo, monitorare per vedere se il rinvio pregiudiziale porta o porterà ai risultati sperati.
Nordio ha poi precisato che sono già intervenuti e stanno intervenendo con dei correttivi sul decreto Cartabia e che è stata istituita una Commissione che nei prossimi sei mesi provvederà a redigere un nuovo progetto di codice di procedura penale.
Il codice, come ha precisato il Ministro, “deve essere omogeneo, non può essere ritoccato mattone a mattone, ma deve essere rifatto secondo criteri di sistematicità”.
Nordio ha evidenziato altresì che nel nostro paese il processo e le indagini preliminari sono estremamente, intollerabilmente lunghe nei confronti di una persona. Succede che “quando il pubblico ministero termina un’indagine chiede l’archiviazione e magari la ottiene, mantiene nel suo ufficio un piccola parte di quel fascicolo – cosiddetto clonato – e riprende le indagini sulla stessa persona”. Il Ministro reputa questa “una situazione illogica e intollerabile”.
La riforma che il Governo sta progettando, ha concluso Il Ministro, non soltanto tenderà ad abbreviare i processi, ma eviterà che una persona resti sulla graticola della giustizia per un tempo indeterminato e indefinito.
Per capire effettivamente la portata della riforma in cantiere, sarà importante monitorare la situazione nei prossimi mesi. Siamo però certi che il dibatto tra sostenitori e detrattori della riforma Cartabia sarà molto acceso.