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Abuso d’ufficio: presa di posizione UE sulla decisione di cancellare il reato

Con il voto degli emendamenti all’art. 1 del ddl Nordio del 10 gennaio 2024, la Commissione Giustizia del Senato ha cancellato il reato di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) e questo, come segnalato dalla presidente, Giulia Bongiorno, è solo il primo passo che porterà poi a ridisegnare i reati contro la Pubblica Amministrazione.

L’attuale maggioranza supportata in Commissione anche da Italia Viva, respingendo tutti gli emendamenti del centrosinistra, ha approvato l’articolo 1 del testo che porta la firma del Ministro della Giustizia.

Molto soddisfatte le forze di maggioranza che considerano l’abuso d’ufficio “un cappio al collo” per i pubblici amministratori ed esulta anche Azione (non rappresentata in Commissione), che considera “sacrosanta” l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Molto soddisfatto è stato ovviamente il ministro Nordio secondo il quale “l’abrogazione di questo reato evanescente” avrà certamente un impatto favorevole sull’economia del paese.

Decisione invece fortemente contestata da tutto il resto dell’opposizione.

Da registrare anche la presa di posizione della Commissione Europea, organo esecutivo dell’Ue.

Il portavoce della Commissione Europea per la Giustizia, Christian Wigand, si è mostrato sul punto molto preoccupato, dichiarando che l’abolizione del reato di abuso d’ufficio in Italia potrebbe impattare negativamente sull’efficacia del rilevamento dei fatti di corruzione e quindi sulla lotta alla stessa. Ha evidenziato come la lotta alla corruzione sia una priorità assoluta per la Commissione, come dimostra il pacchetto di misure varate a maggio, destinate a rafforzare la prevenzione e il contrasto del fenomeno. L’obiettivo europeo è quello di prevedere l’abuso di ufficio come reato in tutti i Paesi membri: oggi è considerato reato in 25 Paesi su 27, ma con rilevanti differenze da Stato a Stato. Ha concluso poi che seguirà con particolare attenzione gli sviluppi del processo legislativo italiano in corso, in quanto alcune delle modifiche contenute nel disegno di legge depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero incidere sull’efficacia dell’individuazione dei fatti di corruzione e sulla lotta contro la corruzione.

(Sul punto consulta l’art 323 c.p., Codice penale annotato, di Valerio de Gioia, Dike Giuridica 2023/2024)