Augusto Antonio Barbera è stato eletto nuovo Presidente della Corte costituzionale, dopo aver svolto questo incarico come facente funzioni dopo la fine del mandato di Silvana Sciarra.
Raffinato giurista, è autore prolifico di volumi e saggi in tema di diritto costituzionale. Oltre al diritto, la sua grande passione è stata da sempre la politica: già consigliere regionale della Regione Emilia-Romagna (1980/1982), già parlamentare per 5 legislature (PCI, PDS), è stato anche Ministro per i Rapporti con il Parlamento durante il governo Ciampi (1993).
Nato ad Aidone, provincia di Enna, nel 1938, sposato, con due figli, è professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, dove è stato professore ordinario fino al 2010. Si è laureato nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale.
È stato anche fra i promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999 che hanno portato all’introduzione dell’elezione diretta dei sindaci e al superamento del sistema proporzionale.
Nella conferenza stampa tenutasi dopo la sua elezione, il Presidente Barbera, dopo aver ringraziato i colleghi che lo hanno votato pressoché all’unanimità (una sola scheda bianca), ha espresso l’auspicio che «quanto prima» si possa completare il collegio della Corte costituzionale con l’elezione del giudice di nomina parlamentare. Ha ricordato poi la sentenza della Consulta – definita “eccezionale e sofferta, che ha richiesto un equilibrio tra vari principi costituzionali”- che ha sbloccato il processo per l’omicidio di Giulio Regeni, impantanatosi per il rifiuto del governo egiziano di fornire gli indirizzi degli agenti accusati, necessari per la notifica formale dell’imputazione, senza la quale l’iter non si sarebbe potuto avviare.
Il neopresidente rimarrà in carica per circa un anno: il 21 dicembre 2024, infatti, scadrà il suo mandato di nove anni di giudice costituzionale. Barbera ha nominato vicepresidenti della Corte i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso.